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La rottura del Legamento Crociato Anteriore (LCA) è un infortunio molto comune, tipico sia di sportivi professionisti che di agonisti o amatori.
A seguito dell’intervento chirurgico di ricostruzione abbiamo un lungo percorso riabilitativo, influenzato da vari fattori:

  • BIOLOGICI: tipo di tendine utilizzato (rotuleo, semitendinoso-gracile, allograft da donatore crio-conservato in banca dati, tessuti sintetici)
  • MECCANICI: tecnica chirurgica utilizzata e sollecitazione durante l’attecchimento
  • INDIVIDUALI: fattori costituzionali, contestuali e psicologici
    Il tempo di recupero completo è in media di 24 settimane per sport che prevedono il contatto fisico come calcio, rugby etc. Ma anche meno per altri tipi di sport e si è visto come l’attecchimento del neo-legamento prosegua anche oltre.
    Le varie fasi riabilitative hanno come obiettivo principale il recupero dell’articolarità, della forza e della funzionalità del ginocchio. Eseguite in modo progressivo rispettando i tempi biologici di guarigione del neo-legamento. Queste sono ormai note e non è lo scopo di questo articolo la loro descrizione.

Gli aspetti meno discussi della Rottura del Legamento Crociato Anteriore ma assolutamente fondamentali:

  1. Tono muscolare e capacità di contrazione del quadricipite durante i primi due mesi
  2. Mancato raggiungimento della flessione attiva completa
  3. Instabilità dinamica
  4. Parliamo del muscolo quadricipite, anche se io fossi un calciatore o un bodybuilder con un quadricipite d’acciaio, post-operazione mi ritroverò ad avere la “coscia” con poco tono muscolare e incapacità di attivare in modo massivo questi muscoli. Questo è un meccanismo neurologico di inibizione del muscolo del tutto NORMALE! Riprenderà ad attivarsi gradualmente e a recuperare tono e trofismo muscolare durante la riabilitazione mano a mano che anche il gonfiore passerà!

Cosa non devo fare?

  1. Non devo accanirmi in continue contrazioni isometriche del quadricipite e nemmeno eccedere nel ricercare la sua attivazione in catena cinetica chiusa (alzarsi da una sedia o provare uno squat per esempio) e nemmeno con l’elettrostimolazione isolata.
    Questo eccesso potrebbe provocare infatti sindromi compressive rotulee dolorose!
    Dovrò ricercare la ripresa della sua attività ma, soprattutto nelle prime fasi, dare importanza anche ad altri muscoli come i glutei, gli ischio-crurali o i rotatori esterni dell’anca!
  2. Mi capita spesso di vedere pazienti operati anni prima al LCA che hanno perso la flessione completa del ginocchio. Si presentano delle volte per dolori in tale sede e delle volte per dolori in altre come il ginocchio opposto, anca, schiena!
    Pensiamo a sport che richiedono un’ accosciata completa, Weightlifting, CrossFit o a certe professioni in cui è richiesta una posizione tale: la mancanza di mobilità del ginocchio verrà compensata da un’altra articolazione o verrà iper-stressato lo stesso ginocchio.

Cosa devo fare?

  1. La mobilità in flessione passiva va recuperata precocemente durante la riabilitazione ma non va trascurata la capacità di flettere attivamente o mantenere tala posizione sia in carico che in scarico nelle fasi finali del percorso fisioterapico.
  2. Instabilità dinamica: nonostante ai test ortopedici di funzionalità il ginocchio risulti stabile, durante i movimenti attivi può permanere una sensazione di instabilità.
    Molte volte il meccanismo lesivo è un trauma in valgo (verso l’interno), in iperestensione o entrambi.
    Sarà necessario lavorare su queste situazioni dinamiche rinforzando tutta la catena cinetica dell’arto inferiore: dal Core cioè addominali e muscoli della schiena, fino al medio gluteo e alla muscolatura plantare e con specifici lavori propriocettivi.
    Questo aiuterà anche a prevenire eventuali recidive!

All’Officina del Corpo seguiamo in modo scrupoloso questi aspetti e tutta la riabilitazione degli interventi di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore, dalla fase immediata post-operatoria alla fase di
ri-atletizzazione!

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Riccardo Giovanettoni-Fisioterapista